Una cosa è crescere, un'altra invecchiare. A me sembra proprio di invecchiare senza crescere. Il tempo passa, vedo gli altri andare avanti per la loro strada, viaggiare, fare progetti, condividere esperienze e coltivare i propri sogni insieme a qualcuno che il sabato sera viene al cinema con te tenendoti per mano, convivere, sposarsi e fare figli, fare sacrifici ma senza avvertirne il peso anzi col sorriso sulle labbra perché si sta costruendo il proprio futuro e confrontarsi quotidianamente con responsabilità e difficoltà. Io non ho niente di tutto questo, sto fermo, fermo a guardare gli altri vivere. Invecchio, senza neanche qualcuno a cui chiedere un abbraccio, e non riesco più a riderne come una volta.
Harry a pezzi
sabato 15 ottobre 2011
domenica 2 ottobre 2011
Il dio del massacro
Attraversato da una tensione che lo percorre all'inizio alla fine e che non si scioglie, mai, Carnage di Roman Polanski è un film potenzialmente interminabile. Trasposizione cinematografica di un lavoro teatrale, di cui mantiene intatta la struttura, prima di tutto nel rispetto delle 3 unità aristoteliche [di tempo, di luogo, d'azione], questa pellicola presenta due coppie, composte rispettivamente da Christoph Waltz e Kate Winslet, e John C. Reilly e Jodie Foster, che si incontrano - o, meglio, si scontrano - nel delizioso appartamento nuiorchese [con tanto di cataloghi d'arte sui tavolini e delizie di tulipani dall'Olanda] degli ultimi due. L'intento è dirimere da persone adulte e civili una questione tutto sommato molto semplice: il figlio della prima coppia ha malmenato il figlio della seconda. Quello che però sembrava un incontro riparatore finisce per trasformarsi in una carneficina: le buone maniera e la ragionevolezza iniziali, dietro le quali si agitano frustrazioni, tensioni e rabbia represse, cederanno progressivamente il posto ad un cinismo e un'aggressività in cui nessuno dialoga veramente con l'altro.
Ottima prova dei 4 attori, praticamente sempre in scena, senza mai un calo di tensione. E qui, as usual, il trailer.
Ottima prova dei 4 attori, praticamente sempre in scena, senza mai un calo di tensione. E qui, as usual, il trailer.
domenica 11 settembre 2011
Respect
Io mi domando perché un buon numero di dvd che si possono prendere in prestito in mediateca siano così rovinati e graffiati da risultare in alcuni casi illegibili o difettosi [tipo che magari ad un quarto d'ora dalla fine il film si incarta]. Eppure si tratta di titoli come Monsieur Ibrahim e i fiori del Corano, o di opere di registi come Woody Allen, Kieslowski, Truffaut, che presuppongono un utente di un certo tipo...ma ci vuole così tanto a trattare con un po' di attenzione una cosa che è di tutti?
mercoledì 7 settembre 2011
There Is an End
Facendo violenza alla mia indole, oggi ho rotto - credo definitivamente - con una persona. Le ho scritto una mail che era chiaramente un punto di non ritorno, e quello che ne è seguito è stata solo la naturale conseguenza delle premesse. E tuttavia tutto questo mi fa strano, perché io sono sempre stato per la conciliazione, la mediazione, e mi fa soffrire l'idea di troncare in questa maniera con qualcuno. Essere arrivati a questo punto mi intristisce, perché suona per certi versi una sconfitta. Insomma, se non lo si fosse capito, sono deluso, e molto. Mi consola il pensiero che è stato un passaggio doloroso ma necessario per stare bene e provare a recuperare quel minimo di serenità di cui ho bisogno. Viene il momento in cui si devono fare delle scelte anche dolorose e di cui faresti volentieri a meno. Ma vanno fatte.
martedì 6 settembre 2011
Che la festa cominci
Che la festa cominci, il mio primo romanzo di Ammaniti, è una feroce satira dell'Italia contemporanea: due vicende, due mondi paralleli e speculari che finiscono per convergere, scontrarsi, fondersi. Da un lato, la provincia annoiata e grottesca, dove Saverio Moneta detto Mantos, commesso di un mobilificio dal nome altisonante [Mastri d'Ascia Tirolesi] cerca una sublimazione alle proprie frustrazioni esistenziali - lavorative e coniugali - nel satanismo, con risultati a dir poco tragicomici [spassosissima la caratterizzazione delle Belve di Abaddon]. Dall'altro, il mondo dei vip dello spettacolo, dello sport e della politica a cui Fabrizio Ciba, giovane scrittore vanesio, egocentrico e presenzialista, guarda non con il distacco critico dell'intellettuale scomodo che crede di essere, bensì con l'entusiastica partecipazione di chi vi si trova perfettamente a suo agio [conduce un programma in tv, sfoga la propria frustrazione creativa in facili conquiste sessuali].
La megafesta che un palazzinaro organizzerà nel cuore di Roma, a Villa Ada, fornirà il pretesto a questi mondi di incontrarsi, sfiorarsi, mettersi alla prova, e collassare. Si ride, ma con amarezza. lunedì 5 settembre 2011
Harry a pezzi
Quando - in seguito ad una cocente delusione - casca il mondo, casca la Terra, e tutto sembra perduto e inutile, c'è una sola cosa da fare: rialzarsi. O quantomeno provare a farlo, prima di tutto per rispetto di se stessi.
"Per quanto grande il numero dei cieli che ci sono crollati sulla testa, dobbiamo pur vivere" lo dice David Herbert Lawrence giusto all'inizio de L'amante di Lady Chatterley. Perché niente è cambiato anche se tutto è diverso.
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